1. Neurodivergenza, Neurodiversità e Neurotipicità | Introduzione
La neurodivergenza può essere definita come una modalità di funzionamento alternativa del cervello. Gli individui neurodivergenti possono presentare condizioni come l’autismo, l’ADHD, la sindrome di Tourette o la dislessia. Tali differenze neurologiche hanno un impatto sulla percezione sensoriale, sulla comunicazione, sul pensiero e sul comportamento.
La neurodiversità, invece, introduce l’idea che le differenze neurologiche rappresentano, in realtà, una parte naturale e preziosa della varietà umana. In tale contesto, la società dovrebbe porsi l’obiettivo di includere e sostenere gli individui neurodivergenti.
La neurodiversità sottolinea l’importanza di adattare l’ambiente e le pratiche sociali per includere e supportare le persone neurodivergenti.
La neurotipicità si riferisce, invece, ad una modalità di funzionamento neurologico tipica rispetto ad una data popolazione. Questo termine è stato scelto per favorire l’idea che non esista una modalità unica e “corretta” di come funziona il cervello, evidenziando invece che proprio la diversità e la varietà di esperienze neurologiche all’interno della popolazione umana sono in realtà la vera normalità.
2. Neurodiversità: Comprendere le variazioni cerebrali uniche
La neurodiversità va intesa come un diverso funzionamento del cervello, una caratteristica naturale di una parte della popolazione. Non si tratta né di disturbi né di deficit. Il cervello di ogni persona è un mondo a sé e queste differenze possono manifestarsi in condizioni neurologiche come l’autismo, la dislessia e l’ADHD. Il termine è stato ideato da Judy Singer negli anni ’90 per promuovere l’idea che i diversi funzionamenti del cervello sono una parte standard di ciò che siamo.
La Singer voleva spostare la percezione dal considerare le differenze neurologiche come “disturbi” da correggere. Al contrario, ha sostenuto che avere menti dal funzionamento differente, significasse avere talenti diversi.
Così come la società accoglie la diversità di genere, di cultura e di etnia, allo stesso modo dovremmo rispettare la diversità dei profili neurologici.
Indipendentemente dalle modalità di funzionamento del nostro cervello, esistono punti di forza e di debolezza differenti. Il movimento per la neurodiversità mira ad ottenere maggiore accettazione e inclusione per le persone con condizioni come l’autismo.
Le funzioni cerebrali atipiche non vengono più viste come malattie, ma come espressioni della diversità umana.
3. Neurodivergenza VS Neurotipicità
Oltre le etichette, i termini “neurodivergente” e “neurotipico” descrivono modi diversi di funzionare del cervello.
Da un lato l’individuo “neurodivergente” è colui la cui mente elabora informazioni e si comporta in modi considerati al di fuori degli standard.
Dall’altro lato ci sono i “neurotipici”, persone con schemi cerebrali standard.
Tuttavia, l’idea di neurodiversità riconosce uno spettro completo di menti, sia quelle etichettate come neurodivergenti che quelle neurotipiche. Più che di differenze, questa prospettiva vede una diversità di stili di pensiero tra tutti gli individui. Con l’accettazione, si aprono le opportunità di apprezzare i punti di forza unici di ogni persona e di sostenerne i bisogni.
4. Neurodivergenza al lavoro
Il riconoscimento della diversità cognitiva offre opportunità di crescita. Accogliendo individui con neurotipi diversi, le organizzazioni si aprono a nuove soluzioni e prospettive.
Un ambiente inclusivo, che valorizza l’unicità, permette alla creatività di fiorire. Gli individui neurodiversi offrono competenze e punti di vista alternativi che possono stimolare l’innovazione.
Quando la forza lavoro è diversificata, le sfide vengono affrontate da più angolazioni. L’integrazione di pensieri diversi arricchisce i processi di risoluzione dei problemi e di progettazione. La comprensione delle neurodiversità favorisce l’accettazione delle differenze individuali incidendo positivamente sulla produttività generale.
5. In conclusione: neurodivergente, neurodiversità e neurotipicità
La neurodiversità comprende tutti i vari modi in cui il cervello umano può funzionare, sia quelli considerati regolari che quelli alternativi. Nel frattempo, la neurotipicità si riferisce allo sviluppo neurologico che riflette ciò che la maggior parte delle persone sperimenta.
Sebbene le persone neurodivergenti possiedano un funzionamento alternativo del cervello, ciò non li rende meno validi o competenti. Anzi, sono proprio queste differenze ad offrire prospettive e talenti unici. In tale contesto, anziché considerare la neurodivergenza un’anomalia, dobbiamo riconoscerne il valore. Le diverse configurazioni neurologiche favoriscono il progresso umano.
Supportare l’apprendimento di un bambino neurodivergente: consigli pratici per genitori
Se avete un figlio neurodivergente, è comprensibile che a volte vi sentiate preoccupati o spaventati. La preoccupazione è una reazione naturale. Tuttavia, tenete presente che vostro figlio ha ancora tutte le possibilità di sperimentare grandi gioie e trovare uno scopo, proprio come chiunque altro. Anche se la loro mente funziona in modo unico, non sottovalutate il loro potenziale.
Esplorare i talenti di tuo figlio può fornire informazioni preziose sulla sua mente unica e modi ottimali per incoraggiare il suo successo. Con il giusto supporto, saranno in grado di sviluppare le proprie capacità e realizzare i propri sogni.
Sebbene fare il genitore di un bambino neurodivergente possa risultare faticoso, ricordate che esistono aiuti per alleggerire il vostro carico. Rivolgetevi a professionisti che siano in grado di fornirvi gli strumenti per rafforzare la comprensione di vostro/a figlio/a così da realizzare il loro massimo potenziale.
Che si tratti di consulenza, programmi comunitari o semplicemente di un orecchio che ascolta, l’aiuto vi aspetta quando siete pronti ad accettarlo. Non dovete lottare da soli. Insieme, attraverso una comunicazione aperta e alleati compassionevoli, si può sperare che ogni giorno diventi più gestibile.