1. Cosa significa veramente "pedagogia"?
La pedagogia è la scienza sociale che descrive il modo in cui si insegna e affronta la teoria e la pratica dell’educazione. Essa mette in relazione le tecniche di apprendimento e la cultura mettendo in primo piano le interazioni tra educatori e studenti all’interno del contesto classe. Plasmata dalle esperienze personali dell’educatore, questa disciplina deve tenere conto del contesto in cui avviene l’apprendimento e delle persone coinvolte. Non si limita ai soli materiali didattici, ma cura i processi e le strategie per raggiungere un apprendimento cognitivo significativo.
In senso letterale il termine deriva dal greco e significa “l’arte di insegnare ai bambini“. Più specificamente, “agogos” significa leader in greco, e “pedagogo” si riferisce all’insegnante. I “paidagogos” erano schiavi incaricati di portare i ragazzi a scuola e riportarli a casa, insegnando loro buone maniere e offrendo loro ripetizioni.
2. Le scienze pedagogiche e l'Andragogia
Mentre le prime si concentrano sul “cosa insegnare” ai bambini, in modo strutturato, l’andragogia cura l’aspetto del “come insegnare” agli adulti in modo da favorire il loro apprendimento autonomo.
La Pedagogia, infatti, è l’arte di insegnare ai bambini o a persone che necessitano di essere seguiti costantemente. L’insegnante ha il pieno controllo su come, cosa e quando vengono appresi i concetti. In tale contesto i bambini hanno in genere bisogno di motivazione esterna e di un approccio strutturato all’apprendimento.
Parallelamente, l’Andragogia è il metodo per facilitare l’apprendimento degli adulti, studenti autonomi e auto-diretti. Questi ultimi sembrano motivati principalmente da fattori intrinseci e desiderano imparare per migliorare la propria vita o risolvere problemi. Nei confronti degli adulti l‘insegnante svolge un ruolo di facilitatore, supportandoli nel loro percorso di apprendimento e aiutandoli a sviluppare pensiero critico e indipendenza.
3. Perche la pedagogia gioca un ruolo cruciale?
In Italia, senza troppi giri di parole, la pedagogia viene estremamente sottovalutata.
Premesso ciò, applicare un metodo pedagogico ben definito può migliorare la qualità dell’insegnamento e il modo di apprendere da parte degli studenti apprendono, aiutandoli ad ottenere maggiore comprensione dei concetti fondamentali. Essere consapevoli del modo in cui insegni può aiutarti a capire meglio in che modo aiutare i discenti a raggiungere un apprendimento più profondo. E questo, a sua volta, può influenzare la percezione degli studenti, favorendo ambienti di apprendimento cooperativo.
Un approccio pedagogico corretto aiuta gli studenti a superare le semplici forme di pensiero definite nella piramide della tassonomia di Bloom, quali la memorizzazione e la comprensione di base, per approdare a processi di apprendimento complessi quali l’analisi, la valutazione e la creazione. Gli studenti possono sfruttare i loro stili di apprendimento preferiti con un processo di insegnamento in gradi di supportarli e tiene conto delle loro modalità di apprendimento.
4. Strategie pedagogiche per un apprendimento efficace
Esistono innumerevoli strategie pedagogiche capaci di stimolare il coinvolgimento degli studenti e favorire un apprendimento efficace. Ad esempio, implementando attività basate su diverse tecniche pedagogiche nella tua classe, potrai garantire agli studenti di affrontare l’apprendimento nel modo più aderente alle loro esigenze.
4.1 Pedagogia costruttivista:
Le strategie di insegnamento costruttivista aiutano a comprendere il significato dei loro materiali di apprendimento, invece di limitarsi a recepire passivamente i contenuti. Invece di concentrarsi sulla materia o sulla lezione in oggetto, gli educatori sono incoraggiati a concentrarsi sulle modalità di apprendimento dello studente.
Un esempio di pratica pedagogica costruttivista:
Le tabelle KWL (H) rappresentano un ottimo strumento per monitorare il progresso degli studenti durante un’unità didattica o un corso. Dopo aver completato un’unità o un certo numero di lezioni, chiedi agli studenti di compilare la tabella con i seguenti campi:
Cosa sappiamo: In questa colonna vengono elencate le conoscenze preesistenti riguardo all’argomento in oggetto.
Cosa vogliamo sapere: In questa colonna si formulano domande su ciò che desiderano imparare sull’argomento.
Cosa abbiamo imparato: Alla fine dell’unità o dell’intero corso viene compilata questa colonna riassumendo le conoscenze acquisite.
Eventuale colonna Come lo sappiamo: In questo spazio viene scritto in che misura sono state acquisite le nuove conoscenze (ad esempio, attraverso esperimenti, discussioni, letture, ricerche).
4.2 Apprendimento basato sull'indagine: stimolare la curiosità e la ricerca
L’apprendimento basato sull’indagine (Inquiry-Based Learning, IBL) punta a incoraggiare i discenti a diventare attivi ricercatori e protagonisti del loro processo di apprendimento.
Invece di ricevere passivamente le informazioni, gli studenti sono guidati a formulare domande, condurre ricerche e sviluppare autonomamente le proprie conoscenze. Qual è il funzionamento dell’apprendimento basato sull’indagine:
L’IBL si basa su un ciclo di quattro fasi:
1. Formulazione del problema: Si inizia identificando un problema o un quesito di ricerca che li incuriosisce e li motiva ad approfondire l’argomento. L’insegnante li guida a formulare domande aperte e ben definite in grado di stimolare un’indagine approfondita.
2. Ricerca e raccolta dati: inquadrato il problema, gli studenti si immergono nella ricerca di informazioni. L’insegnante dà un argomento o un problema da risolvere, per esempio “Quali sono le cause dell’inquinamento?“. A quel punto, toccherà agli studenti mettersi all’opera: Dovranno fare ricerche su libri, siti web affidabili, interviste a esperti ecc. per raccogliere più dati possibili. Organizzaranno e analizzeranno tutte le informazioni trovate, cercando di individuare schemi, connessioni e spiegazioni. Seguiranno discussioni e confronti con i compagni per mettere insieme i pezzi del puzzle. In questo modo impareranno in maniera attiva e divertente, proprio come dei veri investigatori!
3. Analisi e interpretazione dei dati: vengono organizzati e analizzati i dati raccolti e si cerca di individuare modelli, connessioni e significati. L’insegnante li guida nell’utilizzo di strumenti di analisi appropriati e li incoraggia a sviluppare capacità di pensiero critico e ragionamento logico.
4. Comunicazione e riflessione: è il momento in cui i risultati della ricerca vengono condivisi con i compagni o con un pubblico più ampio, presentando le loro conclusioni e riflessioni. L’insegnante facilita la discussione e incoraggia il confronto di idee e prospettive diverse.
4.3 Il metodo socratico: la conoscenza attraverso il dialogo
Il metodo socratico, sviluppato dal filosofo greco Socrate, è un approccio pedagogico che si basa sul dialogo e sul ragionamento critico.
Funziona più o meno così: Un’idea o un problema viene presentato alla classe. L’insegnante poi fa domande mirate per stimolare il vostro pensiero critico. Non vi dà risposte dirette, ma vi guida a riflettere, analizzare e mettere in discussione le vostre convinzioni. (Immaginate l’insegnante che vi chiede: “Ma sei proprio sicuro che sia così? Cosa te lo fa pensare? Ci sono altre possibili spiegazioni?”) In questo modo, non ricevete passivamente le informazioni, ma le costruite attivamente attraverso l’analisi e il confronto di idee. Imparerete a ragionare in modo critico e indipendente.
Le domande sono spesso aperte e provocatorie, per incoraggiare ogni allievo a riflettere e a esprimere le proprie idee.
Si passa quindi all’Analisi e alla discussione: Le risposte degli scolari vengono analizzate e discusse collettivamente, evidenziando eventuali incoerenze o lacune nella loro comprensione.
Infine si passa alla Ricerca di nuove prospettive. In tale contesto, attraverso il confronto e il dibattito, ciascuno studente viene spinto a considerare diverse prospettive e a sviluppare un pensiero più articolato e profondo.
In che modo possiamo mettere in pratica il metodo socratico in classe? Vediamo la discussione in cerchi concentrici:
- Gli studenti vengono divisi in due cerchi, uno interno e uno esterno.
- Il cerchio interno discute un argomento o risponde ad un quesito posto dall’insegnante.
- Il cerchio esterno osserva la discussione e prende appunti.
- Successivamente, il cerchio esterno condivide le proprie osservazioni e pone domande al cerchio interno, con la guida dell’insegnante.
4.4.1 La mappa concettuale collaborativa
Adesso parliamo di un modo davvero interessante per imparare a scuola:
l’apprendimento basato sui problemi. Immaginate di essere in classe e l’insegnante vi dice: “Okay, oggi affrontiamo un problema vero, tipo l’inquinamento o la mancanza d’acqua potabile“.
Subito vi dividete in gruppi e iniziate a fare un bel brainstorming, tirando fuori idee su cosa causa il problema, quali sono le conseguenze e chi ne risente di più. (A questo punto, ogni gruppo crea una mappa concettuale gigante su un cartellone, disegnando le connessioni tra le varie idee emerse durante il brainstorming. È un vero casino di frecce e parole chiave, ma così si vede tutto il quadro generale!)
Dopo aver analizzato il problema da ogni angolazione, è il momento di mettersi al lavoro per trovare soluzioni. Qui dovete tirare fuori tutta la vostra creatività! Niente è troppo pazzo o impossibile, l’importante è pensare fuori dagli schemi. (Magari uno del gruppo propone di costruire un’enorme macchina per ripulire gli oceani dalla plastica, mentre un altro suggerisce di addestrare i delfini a raccogliere i rifiuti. Follie, ma idee originali!)
Una volta che ogni gruppo ha elaborato le proprie soluzioni, è il momento del gran finale: le presentazioni! A turno, i portavoce dei vari gruppi illustrano la loro mappa concettuale e le proposte innovative davanti a tutta la classe. (Immaginatevi le facce stupite degli altri quando sentiranno le vostre idee pazzesche!)
Ovviamente, ci sarà un bel dibattito con obiezioni, critiche e contro-proposte da ogni parte. Ma è proprio questo il bello: confrontarsi, ascoltare punti di vista diversi e arricchirsi a vicenda. Alla fine, l’insegnante vi farà riflettere su tutto il processo: come vi siete trovati a lavorare in gruppo, cosa avreste fatto diversamente, che competenze avete sviluppato. (Chissà, magari qualcuno si è rivelato un vero leader o un genio della comunicazione!) L’importante è che avrete imparato un sacco di cose nuove in modo divertente e coinvolgente, affrontando una sfida reale invece che studiare solo sui libri. E la prossima volta che l’insegnante dirà “Oggi parliamo di…”, voi sarete già carichi a mille!
4.5 La pedagogia collaborativa
Ricordi quei momenti in cui studiavi da solo, immerso tra montagne di libri, sentendoti un po’ come un naufrago su un’isola deserta del sapere? Beh, quei giorni sono ormai un ricordo del passato! Grazie alla collaborazione nell’apprendimento, si può fare leva su abilità uniche. Potrebbe risultare che un compagno sia più abile a memorizzare date storiche, mentre un altro eccelle nella creazione di mappe concettuali.
Invece di nascondere le tue capacità, la collaborazione nell’apprendimento vi spinge a condividerle! In questo modo, ciascuno dei componenti può trarne beneficio! Ecco alcune delle meravigliose cose che accadono quando imparate insieme:
Diventi un super comunicatore: Impari a spiegare concetti agli altri e ad ascoltare veramente le loro idee;
Risolvi enigmi da vero detective: Lavorando in gruppo, è più facile trovare soluzioni ai problemi e sbrogliare misteri complicati;
Impari a collaborare bene con gli altri: Scopri come lavorare insieme e rispettare le idee di tutti, anche se diverse dalle tue;
Diventi più forte e sicuro: Quando impari con il supporto dei tuoi compagni di squadra, ti senti più motivato e capisci meglio le cose.
La collaborazione nell’apprendimento non è solo memorizzare a mente, è un modo di apprendere che ti prepara per la vita reale! Ti aiuta a diventare un fantastico giocatore di squadra, proprio come quelli che incontrerai nel mondo del lavoro e nelle amicizie. Quindi, la prossima volta che ti senti smarrito tra le conoscenze, ricorda: c’è un intero team pronto a supportarti e ad apprendere insieme a te!